25 aprile 1945 -25 aprile 2021

25 aprile 1945 -25 aprile 2021

Dettagli della notizia

“Aderendo all’invito di tutte le forze della Resistenza, sotto gli auspici del Parlamento, le rappresentanze del Senato e della Camera e del Governo, le formazioni volontarie della lotta per la Liberazione, le Direzioni dei partiti che parteciparono alla riscossa, le organizzazioni dei combattenti e dei mutilati hanno deciso di celebrare con una solenne unica cerimonia in Roma la data del 25 aprile.”

Questo il testo unitario della prima celebrazione unitaria nel 1950.
Nel 1950 la manifestazione unitaria si concluse con la deposizione di una corona d’alloro al milite ignoto e da allora ogni anno tutte le cerimonie ufficiali del 25 aprile si concludono con la deposizione della corona d’allora al milite ignoto.
Sono passati oltre 70 anni ma il significato della celebrazione unitaria, popolo e istituzioni rimane e deve rimanere indissolubile.
Esso assume un valore di altissimo insegnamento. Per tutti gli italiani il patrimonio ideale della liberazione e della democrazia Repubblicana appartiene indissolubilmente – ora e sempre – alla storia del nostro Paese.

Questo è il secondo 25 aprile con la pandemia sanitaria sociale ed economica in atto.
Celebreremo la LIBERAZIONE dal nazi fascismo ancora una volta in forma ristretta ma certamente con uguale anzi maggiore intensità e consapevolezza. Nei momenti più difficili del nostro Paese come della nostra Città, con la pandemia in atto, l’unità delle Istituzioni con la Comunità che rappresentano è la strada obbligata per superare ogni difficoltà.

Il 25 aprile il Presidente della Repubblica, ogni responsabile delle istituzioni Repubblicane, ogni sindaco d’Italia è in piazza a rappresentare ed indicare che la strada della libertà è una continua conquista contro ogni forma di violenza di uno Stato verso un altro Stato, dello Stato verso i propri cittadini e che ogni singolo organo dello Stato, ogni suo rappresentante deve sentire ed attuare pienamente e responsabilmente il rispetto della libertà e dei diritti della persona umana. Non solo, ogni singola persona deve sentirlo ed attuarlo verso ogni altra persona.
Non solo nelle guerre ma nella pratica quotidiana di servizio pubblico in tutti questi anni di vita repubblicana nel Paese e nelle nostre Città.
70 anni fa i nostri antenati si liberarono del virus nazi fascista, anche se ancora oggi questo virus, esiste prepotentemente nel mondo. Penso a al nostro concittadino onorario Zaki che il consiglio comunale ha voluto conferire a Giulio Regeni a testimonianza dell’impegno forte, storico di questa città verso i valori di libertà. Ma l’elenco nel mondo è lunghissimo dal Myanmar alla Siria allo Yemen alle donne torturate e imprigionate in mezzo mondo ai paesi arabi all’africa al sud America ma anche nei paesi cosi detti democratici, registriamo violenze sui diritti umani e sulla facilità all’omicidio e alla violenza fisica e verbale, soprattutto su donne e minori. Soprattutto oggi con le reti di comunicazione istantanee, nella quali vengono riversate tante violenze verbali e psicologiche vengono compiute, essendo saltati i cosiddetti corpi intermedi, quelle aggregazioni familiari e sociali in cui il confronto e l’elaborazione critica dei pensieri e dei valori setacciava gli istinti, la rabbia il rancore dal ragionamento e dalla comprensione del contesto umano di appartenenza, creando quell’umanesimo che è stato alla base non solo del risorgimento italiano ma della stessa resistenza e della Repubblica italiana. I germi del nazi fascismo, per cui la persona umana, l’altro è solo uno oggetto del nostro agire vanno schiacciati ed eliminati alla radice. Il nostro Paese, la nostra Città non è esclusa tanto da tenere sempre alta l’attenzione ai diritti della persona.
Ora la nostra generazione ha davanti a se un altro virus. Lo dobbiamo combattere con la stessa tensione di valori ed unità. La storia della libertà italiana, quel 25 aprile di 70 anni fa insegna che ogni singola persona ha nelle sue mani il potere di fermare la pandemia. Con le stesse convinzioni di libertà per le quali i nostri antenati hanno combattuto per la liberazione da un altro virus il nazi fascismo. Tutte le generazioni devono sapere che i diritti dell'uomo non vengano dalla generosità dello Stato, ma dalla civiltà e dalla capacità di essere comunità di un popolo.

Oggi si deve sapere che per quegli ideali siamo impegnati anche a proteggere dalla precarietà economica quelle persone socialmente fragili e impegniamo i nostri migliori sforzi per aiutarli ad aiutare se stessi, in qualsiasi momento ce lo richiedano. Se una società libera non può aiutare i molti che sono poveri, non può salvare i pochi che sono ricchi. Ed io, nella mia lunga professione, ho imparato che la povertà non è solo economica ma psichica ossia di formazione di personalità carenti nel rapporto con la società, carenza che non è solo degli individui ma anche di organismi sociali che perseguono obiettivi senza più ragionare gli effetti del contesto umano di appartenenza. Sino a creare mostruosità tecnocratiche ed arroganze burocratiche che spesso assumono i connotati della violenza sulla persona umana.
Per cui si chiede, se alla fine un gigantesco software ci governerà oppure gli uomini, responsabili di attività pubbliche che sappiano discernere gli effetti del loro operare. Perche signori la libertà non esiste senza autonomia e l’autonomia non esiste senza responsabilità. Chi rifugge dalla responsabilità per comodità personale rifugge dalla libertà e spesso schiaccia con violenza la libertà altrui.

A tutti noi, ai rappresentanti di organismi e Servizi che per salvarsi l’anima trattano la Comunità che servono come fosse un avversario, una contro parte, avanziamo una richiesta in questo secondo 25 aprile in pandemia: Unità di popolo come nella lotta di liberazione dal nazi fascismo. Oggi dobbiamo liberarci dal virus e dalla barbarie.
Nella lunga storia della nostra Città è capitato ai cittadini di Molfetta ai loro rappresentanti di difendere la libertà. L’ultima è stata la generazione dell’antifascismo.
Ora capita a noi di doverci liberare dal virus e dalla barbarie. Quelli che in ogni guerra sono purtroppo sempre esistiti all’ombra di chi combatteva, spesso arricchendosi. Noi abbiamo accolto la durezza di questa pandemia che da oltre un anno sta martoriando tutti noi e mettendo a durissima prova chi ha le responsabilità dell’agire, rispetto ai corpi senz’anima di chi critica senza far nulla per la comunità, anzi agitando le paure degli altri, per il tornaconto di bassi istinti.
Penso al 118, al pronto soccorso ai reparti ospedalieri, a tutto il personale dipartimento di prevenzione che da oltre un anno è li fisso per oltre 12 ore al giorno tra tamponi e vaccinazioni di massa, penso a quei medici che hanno davvero mostrato umanità in questa pandemia, senza foto di propaganda di auto esaltazione. Penso al meraviglioso mondo del volontariato alla croce rossa, al Ser, alla Misericordia, Avs, Gepa, Vincenziane, agli operatori del Social market, all’Auser, al tribunale del malato, ai tanti imprenditori che hanno fatto donazioni, alla Caritas, alle parrocchie ai tanti uomini e donne che in silenzio assicurano la loro assistenza volontaria in questa lotta di liberazione dal virus. Ai tanti cittadini, quella che chiama la maggioranza silenziosa che col loro comportamento di civiltà sta aiutando se stessa e la città ad uscire dalla pandemia, mostrando i veri antichi valori di amore verso la città e amore vero di libertà responsabile.

Il messaggio del Capo dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
«Il difficile momento che stiamo vivendo limita le modalità di celebrazione ma desidero con uguale intensità, in questo 25 aprile, Festa della libertà di tutti gli italiani, ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta.
Rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana, furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese.

Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell’Italia.
Nell’onorare il ricordo di quanti sono stati protagonisti della conquista della libertà e della democrazia, rivolgo ai rappresentanti delle Forze Armate, delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma e Partigiane, il saluto di tutti gli italiani, riconoscenti per l’instancabile opera volta a mantenere vivi gli ideali di abnegazione, spirito di sacrificio e democrazia simboleggiati dal Tricolore.
Viva la Liberazione, viva la Repubblica».

Tommaso Minervini - Sindaco di Molfetta

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