Approvato all’unanimità l’Ordine del giorno per la Pace in Ucraina

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Sono intervenuti i ragazzi, gli studenti degli istituti scientifico e classico, del Fornari, del Galileo Ferraris, del don Tonino Bello e del Salvemini. Sono intervenuti il Presidente del Consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, i consiglieri comunali e i rappresentanti delle associazioni. E’ intervenuto il Sindaco, Tommaso Minervini.
E’ stata una delle più insolite ed emozionanti sedute del Consiglio comunale, quella che si è tenuta nell’aula Carnicella, una seduta in cui, con orgoglio e determinazione, i giovani hanno rivendicato il diritto alla pace, il diritto a dire la loro sulle questioni che riguardano il presente e il futuro. Un momento di crescita collettiva, una «palestra della democrazia», per usare le parole del Primo cittadino.

«C’è un grande deficit di democrazia alla base di quello che succedendo – ha detto il Sindaco Minervini nel suo intervento – è necessario riprendere il dialogo istituzionale. In Italia, in Puglia, a Molfetta ci sono già gli elementi di una economia di guerra. Lo stesso bilancio che il Consiglio comunale tra poco andrà ad approvare risente dell’economia di guerra.
Penso ai movimenti studenteschi che negli anni 70 giravano per le strade di questa città protestando per la guerra nel Vietnam. E oggi, se non possiamo far niente sul tavolo delle trattative possiamo rinvigorire il dibattito strozzato sulla democrazia. Mi auguro che, quello di oggi – ha aggiunto il Sindaco Minervini - sia l’inizio della ripresa di un dialogo tra generazioni. Mi auguro che voi riprendiate nelle scuole a ragionare, a discutere per abbandonare le derive ideologiche di un novecento violento che non è ancora finito. Solo la sollevazione del popolo russo, dei popoli europei, dei giovani, delle comunità, può fermare questa guerra. E i comuni possono fare tanto nell’alimentare dal basso il dibattito e la contaminazione sulla democrazia, sulla libertà e sulla pace.
Prima dell’arrivo dei profughi ucraini, a Molfetta, c’erano già 120 rifugiati politici, da un anno, forse più. Abbiamo una buona capacità di accoglienza attraverso il Sai. Abbiamo sostenuto la missione di don Gino, abbiamo accolto gli ucraini anche grazie al supporto delle parrocchie e del volontariato professionale, in particolare del Ser, oltre all’Avs, alla Misericordia, alla Croce rossa, alla Caritas e ai singoli volontari. Penso alla dottoressa e all’infermiera che in 24 ore hanno aderito la tuta arancione e sono partite con don Gino.
Vi confesso che ho vissuto momenti estremi e difficili nel corso della mia vita politica e professionale ma - ha concluso il Sindaco – ora comincio ad avere paura. La situazione è ad un passo da una condizione estrema. Noi siamo pronti all’accoglienza, siamo pronti a sostenere le parrocchie e le altre persone che arriveranno, ma abbiamo il dovere di fare arrivare alta la voce per l’immediato cessate il fuoco. Grazie agli studenti intervenuti, grazie agli studenti che hanno organizzato e preso parte alla marcia della Pce sotto la pioggia. Tutti in marcia, venerdì 18 marzo, per chiedere la pace».

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